Sergey Kaledin “Black and White Cinema”
Sergey Kaledin ha tirato fuori il suo biglietto Happy a 37, quando il Nuovo Mondo ha pubblicato il suo romanzo “The Smiry Cemetery” (1987). Questa storia sui lavoratori sovietici del rituale funebre, visto dagli occhi di un guardiano del cimitero, è stata scritta nel 1979 senza alcuna speranza di pubblicazione.
Sergey Kaledin ha tirato fuori il suo biglietto Happy a 37, quando il Nuovo Mondo ha pubblicato il suo romanzo “The Smiry Cemetery” (1987). Questa storia sui lavoratori sovietici del rituale funebre, visto dagli occhi di un guardiano del cimitero, è stata scritta nel 1979 senza alcuna speranza di pubblicazione. Ha immediatamente trovato il suo angolo e il suo tipo di lettera – non per inventare nulla
e salvare l’immagine di vita. Giace mais il testo, come la muffa. Non sorprende che durante gli anni di Perestroika, Kaledin si sia rivelato essere uno dei pochi che hanno scritto sulla Russia moderna e il suo “Stroybat” (1989) il maresciallo Yazov ha preso come “un coltello nella parte posteriore dell’esercito sovietico”. Oggi Kaledin ha emesso la collezione “Cinema bianco-nero”, queste sono storie sul villaggio vicino a Mosca, dove vive lo scrittore, sui suoi vicini, mogli e figli, su sua madre e sua pace. Lo scrittore continua a fare un cinema documentario: una telecamera da salto, senza installazione, ma in modo così vigile e affidabile che sulle sue pagine c’è una traccia di zoccolo del tempo.
AST, corpus, 336 da.
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